
HOT IN HERE – Caldo al nord
Partire con un aereo alle 6:50 da Malpensa significa svegliarsi prima dell’alba per una persona normale. Per me, che se di notte dormo 5 ore di fila penso che sia stato un evento eccezionale, ha significato tirar dritto fino all’arrivo del taxi. Piccola botta di culo alla fermata del malpensa shuttle dove è arrivato il pullman di un’altra linea e mi ha caricata gratis fino a Malpensa, stile cubano! Sono stata la prima a fare il check in e ho avuto il tempo di fumarmi mille paglie prima di prender l’aereo. Già, perché il mio terrore di volare lo tengo a bada solo con xanax e nicotina (e strizzate di Pollo, of course!).
Il primo volo non l’ho quasi sentito, zero vento e posto di fianco al finestrino da cui ho ammirato lo spettacolo delle alpi all’alba, perché gli aerei piccolini volano più in basso e il panorama è strepitoso.
Il secondo volo, Lyon-Brest, è stato ugualmente tranquillo, a parte l’atterraggio saltarello per via del vento bretone.
Il bilancio è comunque buono. Altra botta di culo all’autonoleggio, dove ho scoperto che la mia 500 era cabrio!
E direte “sticazzi, in Bretagna piove sempre”, ma ieri c’erano ben 32 gradi. Ho tirato giù la capote, mi sono levata i leggins, indossato una canotta e ho guidato in direzione spiaggia. Ho mangiato le prime cozze della vacanza bord de mer e poi sono andata in un’altra spiaggia, un po’ più piccola, determinata a tuffarmi. Perché ho cambiato spiaggia? Perché dopo aver subito tutti i furti subiti in questi anni, ed in particolare in questo 2015, mi sono un po’ sgamata. Avendo i bagagli in auto, nonché il costume in valigia, ho aperto la macchina nel posto in cui ho mangiato, per prenderlo e da lì mi son spostata di qualche km. Indossare il costume nel parcheggio mi ha ricordato una divertentissima gag di Mr. Bean che va al mare, cercatela sul tubo e capirete di cosa sto parlando! L’unico problema è stato che la crema solare era in una trousse ma non sapevo quale, per cui mi sono avventurata sulla chilometrica spiaggia senza protezione alcuna.
Ad un certo punto, mentre passeggiavo tra i flutti, vedo un pallone insabbiato. Ma non era un pallone…. bensì una medusa gigante ormai morta! Vedendomi incuriosita dell’animale, una coppia mi ha chiesto di dove fossi e poi mi ha tranquillizzata dicendomi che non punge e scherzando sul fatto di friggerla…. qui le persone salutano, ti parlano, si fermano a scambiar battute, ci aggiungo anche che il rosso dei miei capelli aiuta nell’identificarmi come straniera, ma qui, a differenza dell’ormai indifferente Milano, il contatto umano è ancora tangibile.
Alla sera sono arrivata a Quimper, a casa di Dominique, dove ho affittato una stanza per 20 euro a notte. Ho conosciuto il suo cane, Eole. Come puoi chiamarlo un cane i Bretagna se non Eolo?? Entusiasmo immotivato lo so, ma io qui mi entusiasmo per qualsiasi cosa, sono proprio innamorata!
La stanchezza epocale che avevo addosso mi ha appena consentito di arrivare in centro per mangiare una crêpe e bere del sidro, dopodiché sono tornata a casa e mi son lanciata sul letto a 4 di bastoni.
Ho dormito 9 ore di fila…. ci tenevo a dirvelo!