IT FEELS LIKE HOME – Sento già il calore di casa

la colonna sonora del mio primo viaggio da sola in Bretagna.

Manca pochissimo ormai al prossimo viaggio nella mia terra promessa ed il cuore ha iniziato ad accelerare, perché tutto il mio corpo sta lavorando intensamente 24 ore su 24. Sento proprio il sangue scorrere nelle vene, lo sento andare ovunque per poter dare energia ai circuiti; lo sento nel cervello, quasi scricchiola da tanto lo sto spremendo, lo sento nel fegato, affaticato per la continua richiesta di energie, lo sento nello stomaco, tutte le volte che digerisco nuove avversità. Ogni centimetro del mio corpo è attraversato da questo prodigio caldo e nutriente, non riesco a star ferma, non riesco più a rilassarmi, non riesco più a dormire e se già prima ero un’insonne patologica ora sono proprio a livelli preoccupanti di sovraccarico del sistema.

La mia giornata-tipo inizia laddove la precedente non ha avuto termine, in un susseguirsi di click frenetici sui siti immobiliari del Finistère. Ho quasi imparato a memoria la geografia del dipartimento, so i CAP di tutte le città tra Douarnenez e Quimper e anche qualcuno di posti un po’ più lontani.

Ho visto case che voi umani non potete neanche immaginare, le ho viste comparire e scomparire in un soffio e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Audierne. E tutte quelle case sono andate perdute nel tempo, come lacrime nella pioggia.(cit.)

Tutti i giorni, più di tre volte al giorno, visito almeno 4 siti differenti. Il più gettonato è leboncoin.fr,  ma ve ne sono almeno altri 2 molto validi, come briec-immobilier e ouestfrance-immo. Alcune case le conosco a memoria, ma il momento più bello è quando finalmente qualcuno pubblica un annuncio nuovo, per una casa che magari si trova proprio dove la sogno. In quel momento vengo assalita da vampate, nel tempo di un battito di ciglia già mi immagino ad arredarla, cerco di visualizzare la faccia dei proprietari e faccio le prove ad alta voce per la mia proposta di diventare inquilina. Vi lascio solo immaginare il senso di vuoto che mi prende quando una di queste case sparisce dalle pagine web. Mi immagino la faccia soddisfatta dei nuovi occupanti, la vedo proprio fisicamente, il mio cervello scatta delle Polaroid nitidissime dei miei voli pindarici.

Come se non bastasse trascorro le giornate ad immaginarmi mentre entro in banca, per aprire il mio primo conto francese. Quanti soldi verso? Se metto 50 euro sul conto sembro una poveraccia o bastano per avere le carte in regola, cioè giusto per dire al proprietario di casa che “hey, ho un conto in banca qui, mi devo trasferire sul serio, mi affitteresti casa?” E poi cosa penserà di me il tizio della banca? “Eccola la pezzente italiana che vien qui a giocare a fare la bretone”. Ce ne metto 1000? Così poi faccio la figa e pago con la mia nuova fiammante carta di credito franzusa la crepe jambon-fromage nel bistrot all’angolo?  E poi cosa faccio, vado in prefettura a domandare i documenti per il cambio residenza?

Aiuto.Testa fermati! Cuore, santo cielo, piantala di mandargli tutto sto sangue che mi sembra di fare la verticale da tre ore!

La realtà è che ho paura, una paura fottuta. Questo sentimento cresce di giorno in giorno e a volte ne sono completamente sopraffatta; mi blocco, le mani tremano e i capelli si sfibrano. Addirittura ho perduto la cognizione del tempo. Non so bene che giorno della settimana sia, non so la data, non capisco come 4 ore trascorrano nel giro di 10 minuti. Questa potrebbe anche essere la conseguenza della mancanza di sonno, ne son certa, ma è anche dovuto alla strizza del passo che sto per compiere, perché mi sento proprio così, in piedi, con di fronte un ponte sospeso da attraversare e c’è un vento pazzesco.

Lo so che è normale avere paura, in fondo sto per cambiare vita, lasciandomi alle spalle un lavoro in cui sono molto brava per andarne a fare uno completamente diverso, mi voglio trasferire in campagna arrivando dalla città ma soprattutto sto lasciando tutti qui. Là negli anni mi sono fatta un po’ di amici, persone d’oro che sono entrate nella mia vita per caso e che mi hanno aiutata tantissimo, ma non abitano dove voglio andare io, non saranno a portata di mano per un’uscita serale o per un pomeriggio di shopping. E il cuore batte, batte all’impazzata. Io che odio la solitudine ma che amo star sola, io che vorrei un abbraccio quando mi sento giù ma che se invadi troppo il mio spazio mi ritraggo come una chiocciola. Pumpum, pumpum. Però voglio così tanto questo cambiamento, pumpum, sento che mi darà vita nuova, pumpum, sto già scegliendo le bomboniere per il matrimonio con l’uomo che riuscirà a convincermi a sposarlo, pumpum, la sera avrò i piedi stanchissimi per tutte le ore in cui avrò servito polenta, pumpum, lunedì mattina andrò al mercato a fare la spesa, pumpum, appena farà un po’ caldo mi lancerò in acqua per nuotare un po’, pumpum, mi mancherà mia madre e spero di non dover stare troppo in pensiero e che tutto vada per il meglio, pumpum, farò videoconferenze su skype con i miei amici per poterli sentire tutti e non passare ore al telefono, pumpum, taglierò l’erba del giardino e Chupito si farà delle scorpacciate incredibili, pumpum, pumpum, pumpum…. sono esausta, è troppo, tutto insieme non riesco a gestirlo, devo impormi un po’ di sana vita alla giornata, come se fosse facile per un Capricorno come me, calcolatore, pianificatore e inguaribile pessimista, ma posso farcela, devo farcela e voglio farcela. Fortuna che ho il blog, in cui posso metter tutto per iscritto e, una volta riletto, fare un lungo e profondo respiro, cliccare su pubblica e finalmente chiudere gli occhi perché le magiche goccine della buonanotte hanno fatto effetto.

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