I STILL HAVEN’T FOUND WHAT I’M LOOKIN’ FOR – Non ho ancora trovato ciò che cerco

Tanti anni fa, quando ero ancora una ragazzina delle medie, mi dilettavo a scrivere in inglese usando le frasi delle canzoni che ascoltavo. Il mio repertorio musicale straniero era piuttosto ridotto, dato che mi sparavo delle vere e proprie maratone di Queen dalla mattina alla sera, inframmezzate molto spesso dall’ascolto degli U2 e null’altro. Così era molto facile farmi felice al compleanno e a Natale, bastava regalarmi i libri dei testi tradotti dei Queen o degli U2, ed io trascorrevo ore ed ore a leggermeli, a studiarmeli, ad imparare le frasi e poi a mischiarle per scrivere un nuovo testo in perfetto inglese. Ai tempi non c’era ancora internet, sembra di parlare della preistoria, me ne rendo conto, ma io non avevo altro mezzo per imparare l’inglese, dato che a scuola avevo scelto il francese come lingua straniera. Sì, ho fatto qualche corso extra, per avere almeno un’infarinatura di grammatica inglese, ma posso affermare con certezza che nulla mi sia servito di più dell’ascoltare canzoni in lingua e farne l’analisi del testo da autodidatta. Con l’avvento di internet poi le cose sono decisamente migliorate ed ora, dopo anni trascorsi a guardare serie tv in lingua originale con sottotitoli, posso dire di sapere parlare abbastanza bene in inglese, anche se con marcato accento americano, di capire se mi parlano e anche di saperlo un po’ scrivere. Faccio parecchi errori, ma nulla di poi così grave. Insomma, ho saputo cavarmela da sola e ne vado molto fiera.

Tutto questo preambolo per dire che oggi ascoltavo la radio ed hanno passato questo pezzo degli U2 e l’ho trovato tremendamente appropriato alla situazione che sto vivendo.

Eccola qui, musica e parole, w l’internet!

Sono in Bretagne da una decina di giorni, alla ricerca della casa dei miei sogni, mi sono data da fare fin dal primo giorno ma sono riuscita a visitarne solo tre. Qui appena viene messo online l’annuncio per una casa, e per casa intendo una villetta con giardino, nel giro di pochissimo tempo viene affittata. Questo succede perché l’offerta di case di questo tipo è scarsa, per quanto riguarda gli affitti, per cui chi come me sta cercando una soluzione con giardino ci mette poco a decidersi e prende la prima disponibile. Va precisato anche che qui, molto spesso, i contratti d’affitto sono annuali, per cui è difficile trovare qualcosa di definitivo.

In questi giorni mi sono scontrata anche con il razzismo di certe agenzie immobiliari che non appena hanno capito che ero italiana hanno iniziato a inventarsi condizioni impossibili di garanzia per aver diritto a fare un’offerta. Le case dei particuliers (dei privati) sono proprio poche, specie nella zona in cui sto cercando, dato che è una zona molto turistica nel periodo estivo e tutte le case vengono tenute sfitte durante l’anno perché tanto, con il solo affitto dei mesi estivi, il guadagno è alto. Diverso sarebbe se volessi comprare. Case in vendita ve n’è un migliaio, di tutte le tipologie e per tutte le tasche, ma a me la proprietà privata sta stretta, le banche e i mutui mi mettono ansia e mi sembra di privarmi della libertà di prendere e andare quando mi pare e piace. Può sembrare stupido, ma non avendo nemmeno il desiderio di una prole, non vedo proprio il valore di un immobile che poi, nel momento in cui si ha bisogno di venderlo, resta lì per mesi e anni in attesa che qualcuno se lo compri. Perché la realtà è questa, non veniate a raccontarmi balle! Sono rari i casi in cui, una casa messa in vendita, resta sul mercato per poco tempo, per cui, a conti fatti, andare in affitto mi libera dalla preoccupazione di non potermi più permettere un mutuo e di dover aver bisogno di capitale e di poterlo avere solo una volta venduta la proprietà. Però trovala una casa in affitto quassù!

Ed io l’avrei anche trovata la casa dei miei sogni, o che ci si avvicina molto.

Potete vederla cliccando qui.

E’ esattamente come la sognavo, tutta in pietra, in campagna ma non troppo, a pochi minuti dal paese, che potrei anche arrivarci in bici o a piedi, a dieci minuti d’auto da Douarnenez, dieci dal centro commerciale, venti da Quimper, dieci dall’Oceano. E dico dieci minuti dall’Oceano, ad andare piano, guidando come una vecchia bretone. Purtroppo però devo attendere la risposta dell’agenzia immobiliare, alla quale ho inviato copia delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni, copia dei versamenti per l’affitto della casa di Milano degli ultimi 3 mesi e copia degli ultimi 3 cedolini di lavoro. All’agente ho pure detto che la mia banca è disposta a fare una fideiussione di 3 o 6 mesi pari alla somma dovuta per l’affitto. Ho anche specificato che ho amici che mi conoscono qui, pare si usi chiedere agli amici di fare da garanti. Sono stata carina durante la visita, ho detto almeno dieci volte “ah, c’est vraiement joli!”, ho mandato via mail i documenti nel pomeriggio, subito dopo aver visto la casa, ho detto più volte che sarebbe stata proprio la casa perfetta per iniziare una nuova vita. Insomma, mi sono mostrata più che interessata. Questo accadeva venerdì, ora è lunedì sera e la agente immobiliare non si è fatta sentire, ho provato a chiamarla oggi pomeriggio, ma non ha risposto al cellulare, allora le ho mandato un sms con la scusa di chiederle se servissero altri documenti per l’apertura del dossier, ma non mi ha scritto nulla.

Sono preoccupata, ho paura che il proprietario non voglia affittarla a me, ho paura che le garanzie non bastino, ho paura che sia già stata affittata ad altri, perché qui in Francia hanno la terribile usanza di dare a più agenzie immobiliari il mandato di gestione, ho paura di dover ricominciare da capo a cercare tra le pochissime offerte su internet e poi ho paura, al contrario, che questa casa sia una sòla, che fosse sul mercato da così tanto tempo perché ha delle magagne incredibili e io non me ne sono accorta. Ho mille paure, è normale certo, ma questa sera avrei tanto voluto scrivere un post dal titolo differente, avrei voluto stappare la boccia di Bordeaux speciale che mi sono comprata per festeggiare la stipula del contratto, avrei voluto chiamare tutti gli amici e i parenti che sono in attesa di mie news e gridare al telefono “l’ho trovata! E’ mia! E’ fatta!”. Però se poi penso che sono passati solo dieci giorni mi calmo un po’, perché non posso pretendere di risolvere tutto in così poco tempo, ma l’ansia è fisica e palpabile e aggravata da una situazione familiare complicata e dolorosa.

Così questa sera mi sono preparata un super hambuger, con scalogno, insalata, prosciutto cotto alla piastra, formaggio “Petit breton” fuso e maionese senapata, perché il junk food mi risolleva sempre il morale e poi ho iniziato a scrivere il blog, perché scrivere mi rilassa e mi permette di condividere un po’ le mie angosce e le mie paure, anche se solo virtualmente, ma è come se il carico che mi porto addosso si alleggerisse un pochino ogni volta che scrivo la mia storia.

Chi può dirlo poi, magari questo post sarà di buon auspicio e domani mattina sarò svegliata dalla telefonata dell’agente immobiliare che mi chiede quando posso passare dall’agenzia per firmare i documenti.

Ovviamente, per sapere come andrà a finire, dovrete aspettare che aggiorni il blog, oppure scrivermi o telefonarmi, perché ora come ora l’ultima cosa di cui ho bisogno è di sentirmi sola.

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IT FEELS LIKE HOME – Sento già il calore di casa

la colonna sonora del mio primo viaggio da sola in Bretagna.

Manca pochissimo ormai al prossimo viaggio nella mia terra promessa ed il cuore ha iniziato ad accelerare, perché tutto il mio corpo sta lavorando intensamente 24 ore su 24. Sento proprio il sangue scorrere nelle vene, lo sento andare ovunque per poter dare energia ai circuiti; lo sento nel cervello, quasi scricchiola da tanto lo sto spremendo, lo sento nel fegato, affaticato per la continua richiesta di energie, lo sento nello stomaco, tutte le volte che digerisco nuove avversità. Ogni centimetro del mio corpo è attraversato da questo prodigio caldo e nutriente, non riesco a star ferma, non riesco più a rilassarmi, non riesco più a dormire e se già prima ero un’insonne patologica ora sono proprio a livelli preoccupanti di sovraccarico del sistema.

La mia giornata-tipo inizia laddove la precedente non ha avuto termine, in un susseguirsi di click frenetici sui siti immobiliari del Finistère. Ho quasi imparato a memoria la geografia del dipartimento, so i CAP di tutte le città tra Douarnenez e Quimper e anche qualcuno di posti un po’ più lontani.

Ho visto case che voi umani non potete neanche immaginare, le ho viste comparire e scomparire in un soffio e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Audierne. E tutte quelle case sono andate perdute nel tempo, come lacrime nella pioggia.(cit.)

Tutti i giorni, più di tre volte al giorno, visito almeno 4 siti differenti. Il più gettonato è leboncoin.fr,  ma ve ne sono almeno altri 2 molto validi, come briec-immobilier e ouestfrance-immo. Alcune case le conosco a memoria, ma il momento più bello è quando finalmente qualcuno pubblica un annuncio nuovo, per una casa che magari si trova proprio dove la sogno. In quel momento vengo assalita da vampate, nel tempo di un battito di ciglia già mi immagino ad arredarla, cerco di visualizzare la faccia dei proprietari e faccio le prove ad alta voce per la mia proposta di diventare inquilina. Vi lascio solo immaginare il senso di vuoto che mi prende quando una di queste case sparisce dalle pagine web. Mi immagino la faccia soddisfatta dei nuovi occupanti, la vedo proprio fisicamente, il mio cervello scatta delle Polaroid nitidissime dei miei voli pindarici.

Come se non bastasse trascorro le giornate ad immaginarmi mentre entro in banca, per aprire il mio primo conto francese. Quanti soldi verso? Se metto 50 euro sul conto sembro una poveraccia o bastano per avere le carte in regola, cioè giusto per dire al proprietario di casa che “hey, ho un conto in banca qui, mi devo trasferire sul serio, mi affitteresti casa?” E poi cosa penserà di me il tizio della banca? “Eccola la pezzente italiana che vien qui a giocare a fare la bretone”. Ce ne metto 1000? Così poi faccio la figa e pago con la mia nuova fiammante carta di credito franzusa la crepe jambon-fromage nel bistrot all’angolo?  E poi cosa faccio, vado in prefettura a domandare i documenti per il cambio residenza?

Aiuto.Testa fermati! Cuore, santo cielo, piantala di mandargli tutto sto sangue che mi sembra di fare la verticale da tre ore!

La realtà è che ho paura, una paura fottuta. Questo sentimento cresce di giorno in giorno e a volte ne sono completamente sopraffatta; mi blocco, le mani tremano e i capelli si sfibrano. Addirittura ho perduto la cognizione del tempo. Non so bene che giorno della settimana sia, non so la data, non capisco come 4 ore trascorrano nel giro di 10 minuti. Questa potrebbe anche essere la conseguenza della mancanza di sonno, ne son certa, ma è anche dovuto alla strizza del passo che sto per compiere, perché mi sento proprio così, in piedi, con di fronte un ponte sospeso da attraversare e c’è un vento pazzesco.

Lo so che è normale avere paura, in fondo sto per cambiare vita, lasciandomi alle spalle un lavoro in cui sono molto brava per andarne a fare uno completamente diverso, mi voglio trasferire in campagna arrivando dalla città ma soprattutto sto lasciando tutti qui. Là negli anni mi sono fatta un po’ di amici, persone d’oro che sono entrate nella mia vita per caso e che mi hanno aiutata tantissimo, ma non abitano dove voglio andare io, non saranno a portata di mano per un’uscita serale o per un pomeriggio di shopping. E il cuore batte, batte all’impazzata. Io che odio la solitudine ma che amo star sola, io che vorrei un abbraccio quando mi sento giù ma che se invadi troppo il mio spazio mi ritraggo come una chiocciola. Pumpum, pumpum. Però voglio così tanto questo cambiamento, pumpum, sento che mi darà vita nuova, pumpum, sto già scegliendo le bomboniere per il matrimonio con l’uomo che riuscirà a convincermi a sposarlo, pumpum, la sera avrò i piedi stanchissimi per tutte le ore in cui avrò servito polenta, pumpum, lunedì mattina andrò al mercato a fare la spesa, pumpum, appena farà un po’ caldo mi lancerò in acqua per nuotare un po’, pumpum, mi mancherà mia madre e spero di non dover stare troppo in pensiero e che tutto vada per il meglio, pumpum, farò videoconferenze su skype con i miei amici per poterli sentire tutti e non passare ore al telefono, pumpum, taglierò l’erba del giardino e Chupito si farà delle scorpacciate incredibili, pumpum, pumpum, pumpum…. sono esausta, è troppo, tutto insieme non riesco a gestirlo, devo impormi un po’ di sana vita alla giornata, come se fosse facile per un Capricorno come me, calcolatore, pianificatore e inguaribile pessimista, ma posso farcela, devo farcela e voglio farcela. Fortuna che ho il blog, in cui posso metter tutto per iscritto e, una volta riletto, fare un lungo e profondo respiro, cliccare su pubblica e finalmente chiudere gli occhi perché le magiche goccine della buonanotte hanno fatto effetto.