Ho appena chiuso una telefonata surreale con una ditta di traslochi che mi ha contattata per avere maggiori informazioni circa la quantità di cose da trasportare in Francia e sul luogo esatto di consegna. Al telefono una signora dal forte accento del sud, forse siciliano ma non ne sono sicura, alle sue spalle il marito che continuava a parlare mentre lei mi faceva domande. Capisco a stento quello che mi dice lei, figuriamoci con il marito che fa ulteriori domande in sottofondo. Dopo essermi fatta ripetere tre volte la stessa cosa ho iniziato a ridacchiare come una scema, perchè mi sono sentita quasi straniera. Alla fine però ce l’abbiamo fatta e presto mi invieranno un preventivo via mail.
Ed ora sono qui, con un sorriso ebete stampato in faccia, che mi immagino il giorno della partenza e il momento in cui tutte le mie cose, ape compresa, saranno scaricate nel giardino di casa, che ancora non ho trovato ma che a novembre, ne sono sicura, troverò.
Questo tipo di eccitazione è molto simile a quello che si prova sulle montagne russe, quando il trenino arriva in cima alla salita e fa gli ultimi “stac.stac.stac.”, quasi fermandosi, prima della vertiginosa discesa. E’ un misto di paura, brivido e adrenalina, è quel momento in cui pensi “ma chi diavolo me l’ha fatto fare di salire su sto coso!” e poi il trenino si lancia, urli, ridi, riprendi fiato e urli ancora, ma ti stai divertendo come un matto. Non so ancora se avrò il coraggio di staccare le mani dalla barra e librarle nell’aria, ma quello di cui sono certa è che mi sento felice per quello che sto facendo, mi sento carica e determinata.
Nel frattempo ho inviato alcune mail di richiesta preventivo anche alle ditte che fanno gli allestimenti delle Ape Piaggio, essendo agosto sono quasi tutti in ferie, per cui conto di prendere appuntamenti per settembre, così come con la banca, per parlare di finanziamento, chiusure conti e altra burocrazia spiccia.
Sta accadendo, sta accadendo sul serio. Il trenino è lanciato verso il primo avvitamento e poi ci sarà il giro della morte e un’altra lunga discesa. E io sono sul primo carrellino, un braccio l’ho già staccato, l’attrito dell’aria lo spinge indietro con forza, ma io ho il palmo aperto e i muscoli tesi per contrastare questa forza. Sto pensando che voglio rimettermi in fila e rifarlo altre mille volte. Vorrei riuscire a condividere questo stato d’animo con gli amici, vorrei dagli un po’ di questa carica che mi pervade, e al contempo vorrei metterne un po’ da parte per i giorni bui, perché arriveranno prima o poi, perché il trenino, per poter correre veloce sulle rotaie, deve prima affrontare tutta la salita, attaccato a un gancio che lo traina passivo.
Non è un male sapere che c’è sempre un momento di stallo nella vita, è solo una considerazione che sono contenta di fare, perché ho acquisito consapevolezza con il passare degli anni e le salite sono durate sempre meno. Ci sono state, non lo nego. I miei momenti neri li ho avuti, non sapevo se ne sarei uscita di nuovo, perché è questo che fa la depressione, ti leva la lucidità di sapere che potrai uscirne e non è questione di forza di volontà, è questione di forze che ti mancano e vi assicuro che per pianificare tutto quello che sto pianificando di forza ce ne vuole parecchia e dev’essere costante se no torni per terra e sbatti il culo!
Vi aggiornerò sugli sviluppi futuri, vi farò sapere anche i costi, perché sognare è bene ma tutto ha un prezzo. Ora preghiamo solo che la mail che attendo sia comprensibile! 😉